Archivi tag: carnevale

Sparatrap di carnevale

Corso Mascherato 4

Sono stato in Quaresima al carnevale. Viareggio ha autorizzazioni speciali per prolungare il suo mondo carnevalesco oltre le regole del calendario religioso. Ma anche precisi bisogni di natura economica, che si sovrappongono ai richiami religiosi.

Ci sono stato per un seminario sullo stato dell’arte dell’Unesco. Quello che si occupa di Patrimonio Culturale Immateriale sulla base della Convenzione del 2003 firmata dall’Italia nel 2007. Nel 2007 il Ministro dei beni culturali (era Rutelli e lo fu per poco tempo) voleva un lancio di grande rilievo per questa firma, nominò una commissione, facemmo un grande seminario a Roma (1 febbraio 2008) cui aderirono studiosi,  gruppi musicali,  e quasi 400 musei che nell’occasione si fecero protagonisti della cultura immateriale. Prima di allora l’Unesco aveva sperimentato una lista internazionale detta dei ‘capolavori viventi’ in cui erano stati riconosciuti l’Opera dei pupi siciliana (2001) , e il mondo canoro dei Tenores sardi (2005). Una lista contestata perché l’idea dei capolavori faceva pensare a una hit parade, che non ha nulla a che vedere né con la immensa pluralità delle culture del mondo, né con il relativismo per cui si riconoscono fatti culturali che non solo comparabili e classificabili in una graduatoria.

Il tempo è passato da allora, il Mibac non ha fatto quasi nulla dopo l’evento del 2008, e l’Unesco, pur avendo rettificato l’impianto sia statalista che classificatorio degli inizi, ancora tollera che giri l’idea che essere iscritti nella lista faccia entrare  i fenomeni culturali nel palco dei “più belli del mondo”, una sorta di premio Oscar. E’ così è spesso visto l’Unesco, al contrario del suo stesso statuto. Di questi problemi e ambiguità abbiamo parlato a Viareggio, durante la ripresa carnevalesca del 17 febbraio, perché il Carnevale di Viareggio ha elaborato un dossier per il riconoscimento Unesco.

Il seminario era promosso dalla Fondazione Carnevale di Viareggio, con il patrocinio di Simbdea (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demo Etno Antropologici) che è una associazione ONG accreditata a promuovere iniziative per la convenzione Unesco. Abbiamo visto in scena nelle relazioni antropologiche e giuridiche la complessità delle pratiche Unesco e della loro recezione sul territorio italiano, la debolezza delle politiche ufficiali, gli equivoci e le gestioni e intromissioni vistose della politica. Un incontro importante giacché in assenza di un ruolo forte del Ministro dei beni culturali, dovremmo noi stessi farci portatori in Italia del corretto messaggio Unesco, e di una comunicazione e una pedagogia del lavoro per la Convenzione. Importante anche per il dialogo con la comunità locale, per cogliere il suo punto di vista e le sue attese. Gli studiosi hanno anche avuto l’opportunità di partecipare al corteo carnevalesco e di valutare pur in breve lo stato dell’arte viareggina.

Viareggio è il Carnevale

Il Carnevale a Viareggio è una storia collettiva e insieme individuale, ricca di leggende di fondazione, impossibile da rappresentare in modo semplice. Visto nella grande complessità di vicende che G.Luca Mancini  – antropologo guida per noi, e consulente del dossier Unesco per la Fondazione Carnevale – ci segnala, il Carnevale è molto più interessante per un antropologo di quanto non appaia dalla tribuna. Una storia di identità locali, di sfide, di regole, di conflitti, di arte , di ranghi e di potere, che si mescola con la storia del comune e della politica. Ci sono memorie comuni, estetiche native, saperi pratici.

In una domenica di sole splendente, fredda, perché sente alle spalle la neve sulle  Apuane , guardiamo  al mare davanti,  dalla tribuna dove siamo ospitalmente accolti  si intravede. In mezzo, tra neve e mare c’è il corso del Carnevale di Viareggio . Guardiamo al Carnevale come un ‘elemento’, nel lessico dell’Unesco. Ma è chiaro subito che il carnevale non è un elemento ma una pluralità di elementi, un insieme, un mondo delle pratiche, una forma di vita. Una alterità in parte sofferente, ma capace di marcare una varietà locale del mondo. Folla enorme davanti. Lo spazio urbano si arricchisce di immagini poderose di grande forza  simbolica: i carri carnevaleschi . Viareggio è il Carnevale, e forse si riflettono reciprocamente comunità e festa. Ragionando in termini Unesco questo vuol dire che non è la bellezza una delle ragioni per essere patrimonio dell’Umanità, ma la complessità umana e sociale, la ricchezza di pratiche e saperi trasmessi. Conta di più un lessico locale, una estetica, una cultura materiale, plurali e trasmesse che non un bel carro.

E’ una conferma che per l’antropologo la cultura locale non si vede dalla scena, ma si cerca nelle retrovie.

Immagini, riflessioni

Nel dopo festa  i grandi carri si ritirano nel buio leggero e sospeso del vicino tramonto, trainati dai trattori . Monumenti leggeri, transitano come in un sogno, come una città di carta che dopo la festa in silenzio torna a casa. Bottiglie, brigidini, coriandoli, ancora gente, qualche maschera. Ma la città è già nel dopo festa. La strada vede l’arrivo degli spazzatori che con getti di aria rumorosi concentrano la carta depositata sull’asfalto. La stanchezza del giorno segna i membri della comunità carnevalesca che tornano alla vita quotidiana, ancora in maschera.  Nel tramonto appena compiuto la festa si mostra anche prova del corpo, fatica, pensiero del giorno dopo.

Perché il carnevale di Viareggio, mi domando, dovrebbe entrare nella lista rappresentativa dell’Unesco? Mi rispondo che sono stati riconosciuti già otto carnevali quattro europei e quattro sudamericani; credo che l’Unesco abbia giustamente capito che il Carnevale è una grande rappresentazione dei temi della Convenzione (arti, saperi, pratiche, riti, comunità) , e che sta a cuore a gruppi umani  importanti. A Viareggio se ne vede anche la profondità sociale e identitaria. La comunità patrimoniale viareggina è ampia, plurale, conflittuale, diffusa come sono le vere comunità,  ma fa l’errore di vedere l’Unesco come una stella in fronte, e non sembra interessata a pensarsi entro una rete di differenze culturali che si vedono come un  “girotondo intorno al mondo”. Vede sé stessa al centro del mondo, in totale autonomia, come in genere accade anche altrove. Una mentalità che cerchiamo di cambiare, ma dalla quale è bene partire.

In tutto questo le interpretazioni degli studi sul Carnevale c’entrano poco. Sono riprese sul carnevale immaginazioni e iperdatazioni che ne fanno una sorta di rito originario dell’uomo neolitico, anche se le fonti lo collocano dannatamente nel medioevo europeo e cristiano. A Viareggio non c’erano né gli uomini arcaici, né Dioniso. Anni fa  confutavo le predilezioni a  vedere il carnevale come residuo di immaginosi Saturnalia romani e rituali di fecondità. Ma questo in effetti non c’entra con l’Unesco, e non è male. E’ una discussione e una ricerca che continua.

1 Commento

Archiviato in Sparatrap